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Attività sportiva e difese immunitarie tra benefici ed eccessi
Non solo uno stile di vita generalmente sano ed un’alimentazione varia ed equilibrata sono importanti per la salute del nostro sistema immunitario. Allenarsi, allenarsi spesso ed allenarsi bene, può essere determinante per migliorare le nostre risposte fisiologiche nei confronti di agenti patogeni esterni. D’altra parte però, allenarsi troppo o allenarsi in modo disorganizzato, porta a volte ad effetti controproducenti per le nostre difese.
Il concetto di base dell’allenamento altro non è che un continuo processo di adattamento a stimoli allenanti sempre crescenti. A migliorare, oltre le grandezze fisiologiche ed atletiche specifiche oggetto dello sport che pratichiamo, sono anche tutti i sistemi fisiologici dell’organismo, quasi come se ci trovassimo di fronte all’azione di un medicinale potentissimo, che non conosce limiti per quanto riguarda gli effetti positivi e che al contempo ha scarsi o nulli effetti collaterali. Nel caso specifico delle nostre difese immunitarie, l’attività fisica stimola tutti i sistemi immunitari, fisici e biochimici, specifici e non specifici, in percentuali variabili rispetto al tipo di sforzo che si richiede al nostro corpo.
In generale, qualsiasi tipo di sport che preveda un aumento, anche modesto, della frequenza cardiaca, un aumento della frequenza respiratoria ed una certa contrazione muscolare contro resistenza, riesce ad avere effetti positivi tangibili sui meccanismi di neutralizzazione delle molecole di radicali liberi, migliora la vascolarizzazione e con essa la funzionalità delle barriere naturali del nostro organismo.
Un aumento dell’attività respiratoria e l'incremento della pervietà delle vie aeree stimolano un continuo rinnovamento cellulare sulla superficie delle mucose, migliorando la capacità di ciglia e muco di impedire l’accesso e lo stazionamento di germi patogeni in queste vie.
Anche l’allenamento cardiaco e del sistema cardiocircolatorio ha effetti benefici sulla risposta aspecifica: un corpo che dispone già di base di un motore, ovvero la macchina cardiaca, in grado di lavorare a basso regimi in condizioni normali, risponderà in maniera efficace quando le necessità fisiologiche saranno aumentate, sia che si tratti di uno sforzo fisico sia che si tratti di velocizzare l’apporto di sostanze nutritive e portar via tossine.
Andando nel dettaglio cellulare l’attività sportiva è in grado di migliorare la risposta dell’organismo nei confronti dei mediatori chimici dell’infiammazione e, di riflesso, diminuire o addirittura impedire, la cascata di eventi biochimici che attivano risposte immunitarie cellulari specifiche.
Si ma quale sport?
Non esiste in assoluto un’attività sportiva che vada bene per la salute del nostro sistema immune ed altre no. Integrare una buona base aerobica, almeno 3 o 4 volte alla settimana per un minimo di 40 minuti, con alcuni esercizi di forza contro resistenza da effettuare un paio di volte ogni 7 o 10 giorni, può essere la chiave vincente a prescindere dal tipo di sport specifico che si pratichi. Questo mix darà modo all’organismo di lavorare non solo sulle basi organiche ma anche da un punto di vista muscolare, creando adattamenti e stimoli cellulari diversificati.
Senza alcun dubbio però, altrettanto importante rispetto all’allenamento è la fase di riposo e recupero. Senza un adeguato susseguirsi di fasi di lavoro e fasi di recupero, anche il sistema immunitario può essere messo in crisi, facendo crollare tutti i benefici raccolti nelle sessioni di allenamento. Durante un congruo numero di ore di riposo infatti, almeno alcune ore tra due sessioni di allenamento moderato, fino a 2 o 3 giorni tra allenamenti intensi, il nostro organismo fissa la propria asticella di adattamento sempre un po' più in alto rispetto al livello precedente, interiorizzando i cambiamenti portati dalla risposta agli stimoli allenanti. Senza questo riposo lo stato infiammatorio generato dall’attività fisica potrebbe perpetuarsi nel tempo causando più danni che benefici; i mediatori chimici dell'infiammazione in questo caso concorrerebbero a creare sempre maggiori radicali, invece che disattivarne, stimolando le cellule del sistema immunitario in modo continuativo e non necessario. In questo caso il nostro organismo si troverebbe esposto ancora di più agli effetti dannosi di sbalzi termici, tossine, batteri o virus, generando risposte anche per stimoli di modesta entità.
Come sempre un giusto equilibrio è necessario e diventa opportuno, come già ricordato, affidarsi ad un piano alimentare completo e bilanciato ed una integrazione precisa ed efficace, soprattutto quando i carichi allenanti si fanno più intensi.
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