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Lo sapevi?
Ormai è entrata nell’uso comune la parola “bruciagrassi”, utilizzata per indicare quei termogenici in pillole e pastiglie o talvolta anche quelle creme proposti nel mercato per contrastare l'aumento del peso corporeo e favorire una perdita di peso.
Questi prodotti hanno un vero e proprio boom con l’avvicinarsi della stagione estiva, quando c’è la paura di dover ‘esibire’ il proprio fisico e si teme di non essere all’altezza.
Non entriamo in merito ad aspetti di carattere sociale e culturale, ma cerchiamo di analizzare quali sono i più efficaci in base agli ultimi studi fatti.
Abbiamo già parlato in un articolo precedente della termogenesi indotta dall’assunzione di alimenti e dei possibili effetti collaterali dei prodotti “termogenici” ....
Oggi parliamo più nello specifico delle fibre dietetiche: la fibra dietetica è costituita per lo più da carboidrati complessi che possono essere scarsamente metabolizzati (2 kcal/g) a differenza di zuccheri e proteine (4 kcal/g) o dei grassi (9 kcal/g).
Finora i termogenici hanno puntato sull’effetto metabolico legato per lo più alle cosiddette sostanze stimolanti con risultati abbastanza incerti legati a vari fattori:
Non parliamo poi di derivati erboristici esotici la cui efficacia (improbabile alle dosi proposte) più che da questi sembra derivare dagli eccipienti (fibre).
Gli studi più recenti hanno definitivamente chiarito che gli integratori alimentari “termogenici” più efficaci per il controllo e la riduzione del peso, in un regime di dieta ipocalorica e di maggiore attività fisica, sono fondamentalmente di 2 tipi:
Nello studio di Vita et al. (1992) 50 soggetti obesi trattati per 3 mesi, 25 solo con una dieta ipocalorica, 25 con la stessa dieta ipocalorica + glucomannano (fibra dietetica), hanno mostrato una perdita di peso maggiore (-25%) con il glucomannano rispetto a quelli trattati solo con la dieta (-20%).
In un altro studio soggetti sovrappeso e obesi che avevano assunto come pasto 75 g di zuccheri più la fibra dietetica (HPMC, 4 g) hanno avuto un picco della glicemia nelle 2 ore dopo il pasto nettamente più basso del gruppo di controllo che aveva assunto la stessa quantità di zuccheri più cellulosa (8 g) (Maki et al 2007).
40 soggetti trattati con HPMC ad alta densità (5 g/die) contro placebo per 8 settimane in uno studio in doppio cieco hanno avuto un calo del colesterolo totale e LDL rispettivamente del 7% e 8% (Reppas et al 2009).
Una dieta normolipidica con un maggiore contenuto proteico (29%) comporta una termogenesi maggiore del 5% (9,08 kJ/min contro 8,61 kJ/min) rispetto ad una dieta normale con un contenuto proteico dell’11% (Mikkelsen et al 2000).
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