Tagliare i carboidrati nei regimi alimentari dietetici ipocalorici è diventata una prassi di largo consumo sia da parte di nutrizionisti accreditati che nel caso di diete fai da te.
Ma come mai strategie che prevedono un basso consumo di glucidi possono essere molto efficaci nella perdita di peso? E perché hanno riscosso così tanto successo negli ultimi anni? Basta eliminare qualche fetta di pane qua e là ed un piatto di pasta ogni tanto oppure dovremmo attenerci a regole rigide? E se sì, dietro quale motivazione specifica?
Un’analisi attenta di strategie alimentari che prevedono una forte riduzione del quantitativo di carboidrati nell’arco delle 24 ore, chiarisce senza possibilità di dubbio il motivo principale per cui questo tipo di pratica sta riscuotendo un grande successo nelle persone sovrappeso ma anche negli sportivi e persone in buono stato di salute: la possibilità chiara di tagliare le calorie introdotte senza eccessivi costi da un punto di vista energetico e sensazione di fame.
Il più conosciuto di questi regimi alimentari è certamente quello CHETOGENICO. La chetosi è una condizione metabolica che si instaura abbassando al minimo l’introito di carboidrati o, in alternativa, durante periodi di digiuno. E’ di per sé una condizione fisiologa, un meccanismo naturale attuato dall’organismo per ovviare alla carenza di glucidi, diversa dalla chetoacidosi patologica, tipica di persone diabetiche o alcolisti. Per la prima i quantitativi di chetoni nel sangue dovrebbero attestarsi al di sotto del valore di 7-8 mmoli/100ml, mentre nella seconda il valore sale oltre le 20mmoli/100ml generando un abbassamento del pH ematico fino a livelli pericolosi per la salute dell’individuo. i.
Ma come funziona nei fatti questa dieta? Il passo fondamentale da attuare consiste nell’individuare, all’interno del proprio stile alimentare corrente, tutte le fonti di carboidrati semplici e complessi che partecipano al totale delle calorie introdotte e tagliarli a vantaggio di Lipidi e Proteine. Il fegato, successivamente, effettuerà un adattamento metabolico specifico, iniziando a produrre grandi quantità di CHETONI, molecole energetiche utilizzabili al livello cellulare in alcuni distretti chiave al posto degli zuccheri. Tutto ciò sarà la chiave per far sì che il metabolismo generale si sposti da quello a prevalenza di glucosio verso quello a prevalenza di lipidi. Per il verificarsi dello stato di chetosi conclamata bisogna aspettare dalle 2 alle 3 settimane di regime ipo-glucidico, in base al tipo e quantitativo di attività fisica svolta dal soggetto.
Tra i vantaggi di un regime alimentare così composto c’è effettivamente quello di promuovere un abbassamento del peso corporeo per perdita di liquidi legati alle molecole di glicogeno endogene, la possibilità di preservare la massa magra per effetto dell’aumentato introito proteico e, non da ultimo, la possibilità di introdurre quantitativi calorici inferiori per un evidente maggior potere saziante degli alimenti utilizzati.
Per quanto riguarda la perdita di grasso, invece, sarà importante il tipo e la quantità di attività fisica svolta nonché la consistenza del taglio calorico effettuato con il nuovo regime alimentare; sperare di diminuire le percentuali di massa grassa del proprio organismo con il solo aiuto della chetosi è, di fatto, una speranza effettivamente mal riposta.
Tra i vantaggi appurati c’è certamente anche la facilità di impostazione di un piano alimentare che ben si adatta a pietanze, tradizioni, orari ed abitudini differenti.
E lo sportivo? La dieta chetogenica è adatta a tutti gli sportivi che vogliono ottimizzare il proprio peso con una strategia alimentare specifica, utile a migliorare la sensibilità insulinica, i valori di glucosio ematico e, soprattutto, aumentare il quantitativo di acidi grassi liberi sfruttati a scopo energetico. Questo tipo di strategia alimentare potrebbe essere sfruttata a vantaggio della prestazione sportiva in particolar modo da sportivi di endurance, in periodi di preparazione specifici, non eccessivamente vicini alle prestazioni stagionali importanti. In effetti potrebbe essere un vantaggio non di poco conto quello di lavorare non solo attraverso gli allenamenti ma anche da un punto di vista alimentare, per migliorare la sensibilità delle cellule muscolari all’utilizzo di acidi grassi come fonte energetica, ottimizzando così processi metabolici a medio lungo termine.
Come per tutto bisognerebbe non eccedere nel tempo e nel tipo di taglio calorico effettuato. Se infatti non è stato evidenziato dal punto di vista scientifico nessun effetto collaterale a carico del fegato e/o dei reni, è altrettanto vero che utilizzare il regime dietetico chetogenico troppo a lungo può generare un adattamento fisiologico alla lunga eccessivo.
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