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Con il termine fibra alimentare si indica l'insieme delle componenti delle cellule vegetali che non sono degradate dall'intestino tenue umano ad opera delle attività enzimatiche pancreatiche ed intestinali (Trowell, 1972).
In altre parole si intendono quindi tutte quelle sostanze asssunte nella dieta non digeribili, provenienti dalle cellule vegetali che resistono alla digestione e all'assorbimento nel tratto superiore dell'intestino ma che possono andare incontro a fermentazione ad opera della microflora presente nel colon.
Da queste prime righe si puo' quindi intuire come mai le fibre siano utilizzate sia nelle diete dimagranti, per ridurre l'assorbimento dei nutrienti, sia per favorire il transito intestinale.
La fibra alimentare è composta da una miscela di polisaccaridi diversi che possono essere idrosolubili (p.e. pectine, gomme, mucillagini, galattomannani) o non idrosolubili (p.e. cellulosa, emicellulose, lignine) e puo' variare nelle proporzione a seconda della sorgente da cui deriva.
A seconda di queste caratteristiche differenti, sia fisiche che chimiche, possono cambiare anche gli effetti collegati.
La fibra alimentare non è classificata come un nutriente, ma esercita diverse attività che la fanno considerare un elemento importante nella dieta. Gli effetti fisiologici della fibra sono collegati principalmente alle sue proprietà fisiche di assorbire o trattenere l'acqua, aumentando così il volume ed il peso delle feci, diminuendone la consistenza ed agendo da regolatori delle funzioni intestinali.*
Diversi studi hanno evidenziato che l'assunzione di fibre alimentari è associata a ridotti livelli plasmatici del colesterolo, basso rischio di malattia coronarica, aumentata possibilità di mantenere un peso corporeo controllato, ridotta pressione arteriosa, miglior controllo glicemico (Anderson et al., 1994).
Recenti studi dimostrano inoltre che l'aumento dell'assunzione di fibra alimentare puo' esplicare un'azione di prevenzione sulla progressione dell'aterosclerosi (Wu et al., 2003).
E' da sottolineare infine che diverse linee-guida internazionali oltre alla società americana di dietologia ne raccomandano l'uso per il mantenimento di uno stato di salute ottimale e per la prevenzione e cura di molteplici malattie e disordini metabolici (Marlett et al., 2002).
*da: "Lineamenti di dietoterapia e nutrizione clinica".
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