Come ci comportiamo in inverno? Scopriamo come sono cambiate le abitudini rispetto al passato e quali sono gli aspetti da considerare negli allenamenti di running e ciclismo.
Cosa fai in inverno non ti alleni?
Correre in inverno o andare in biciletta con il freddo non è sempre possibile però...
Nella pratica sportiva moderna i mezzi, le modalità e gli strumenti a disposizione di chi volesse fare attività sportiva tutto l’anno sono tanti e tali che c'è solo l’imbarazzo della scelta.
Perdiamo ad esempio due categorie di praticanti endurance: il runner ed il biker. Fino a pochi hanno fa si sarebbe detto che per queste due tipologie di sportivi, la stagione invernale potesse rappresentare il momento opportuno per riposare staccando completamente la spina, o magari darsi solo ed esclusivamente ad attività alternative come entrare in sala pesi, in piscina o poco altro.
Ora non è affatto così.
I professionisti hanno ormai da tempo imparato che ‘non ci sono più le vecchie stagioni': le gare agonistiche in ogni settore, specie nella bici, di meno nella corsa, vengono organizzate davvero tutto l’anno, ad ogni latitudine. Se prima ad esempio i mesi di Dicembre e Gennaio erano dedicati al solo volume senza competizioni, ora basta spostarsi nell’emisfero sud e partecipare ad uno dei tanti circuiti di gare svolti nella, per loro, stagione estiva ed il gioco è fatto. Volendo si potrà continuare a gareggiare per 365 giorni girando continuamente intorno al globo ed inseguendo gli eventi.
Gli amatori certo non godono delle stesse possibilità di spostamenti, ma di sicuro non vengono lasciati fuori dalla possibilità di mantenere attiva la loro passione, anche agonistica, nella stagione fredda, con circuiti di gare sempre attivi.
Gli allenamenti poi non mancano mai.
Certamente le attività indoor sono privilegiate rispetto a quelle esterne, onde evitare eccessive intemperie e difficoltà metereologiche che sono spesso rischiose, soprattutto in bicicletta e specie a determinate latitudini dove in inverno le condizioni rischiano di essere particolarmente avverse. Nelle palestre non mancano attrezzature per il running, con i più evoluti tapis roulant, o per il biker, con cyclette di ogni tipo. L’aspetto negativo di tutte queste attrezzature risiede nell’incapacità di ricalcare al 100% il gesto atletico originale: seppure con le massime tecnologie possibili, non ci sarà comunque la possibilità di svolgere lo stesso medesimo gesto atletico che svolgeremmo correndo o pedalando sull’asfalto o la terra battuta o altre superfici. Questi mezzi infatti risultano spesso troppo vincolanti, chiudendo il gesto atletico in una meccanicità che esclude qualsiasi incertezza o movimento personale, aiutando certamente l’organismo a rimanere molto allenato, ma comunque lasciando chiara all'atleta la differente percezione.
Sul tapis roulant ad esempio nel caso del running, differenti sono le spinte a terra, l’impatto con il suolo è reso molto più elastico, ed un terreno ‘in movimento' sotto i piedi è certamente un aiuto in più nello slancio della gamba dopo la spinta a terra con un’incidenza apprezzabile rispetto a quanto accade sull'asfalto. Pedalare sui rulli invece, o peggio ancora su una qualsiasi spin-bike o cyclette, ha il difetto di limitare al massimo l’incidenza del fattore ‘equilibrio' sul gesto atletico togliendo una componente non di poco conto a questa attività sportiva.
Se da un lato ci sono aspetti negativi, altrettante sono le caratteristiche positive di questi strumenti, che ci permettono di svolgere quasi ogni tipo di allenamento stando sempre nello stesso posto: i tempi e le velocità che possiamo raggiungere attualmente sono identiche a quelle sviluppate realmente, con l’unico difetto, soprattutto nel caso del tapis, di dover cambiare manualmente il ritmo e ottenere cambi di velocità con rapidità diverse rispetto a quelli che è possibile attuare nella realtà.
Alcune regole però rimangono inalterate negli anni e resistono a qualsiasi sconvolgimento di abitudini dei tempi attuali. In attività indoor così come nelle uscite all'esterno quando il tempo lo permette, è buona norma in questa stagione, mantenere alto il volume dell’allenamento svolto a ritmo aerobico, quello svolto con buone dosi di dislivello o su terreni diversi dell’asfalto, sia nel caso della bici che della corsa.
Nel lavori, soprattutto nella corsa, non si prediligono recuperi da fermo e ritmi cosiddetti “fuori soglia” per due semplici motivi: il primo squisitamente salutistico poiché fermarsi completamente, o smettere di spingere se si è in bici, per poi ripartire, aumenterebbe il rischio di traumi muscolari legati alle basse temperature. Il secondo motivo è invece molto più legato alla performance ed agli obiettivi di gara: se ci troviamo in inverno in una fase lontana dagli eventi, potrebbe essere controproducente o per lo meno poco indicato lavorare sulla brillantezza e le velocità massime, al contrario le temperature basse favorirebbero dei recuperi svolti a buone intensità mantenendo il focus del periodo allenante su grandezze atletiche aerobiche e solo parzialmente anaerobiche.
In questa fase i mezzi allenanti “alternativi” la fanno da padrone e, se inseriti correttamente nel piano di allenamenti, possono garantire miglioramenti evidenti nei futuri impegni o prestazioni. Stiamo parlando di allenamenti svolti in palestra per curare più specificatamente la tonicità di gruppi muscolari troppo spesso dimenticati come il Core o la parte alta del busto, oppure di sessioni “alternative” in piscina da associare magari nello stesso momento a pedalate indoor in una sorta di ‘mini-combinato' sulla scia degli atleti di triathlon che ben conoscono i benefici di certi allenamenti.
In ogni caso il periodo dell’anno si presta alla grande variabilità di stimoli allenanti e spesso anche una settimana passata sulle piste da sci può rivelarsi fonte di nuovi carichi di lavoro per strutture muscolari spesso dimenticate nella quotidiana routine di allenamenti.
Il fisico ed anche la mente ne beneficeranno e non poco.