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Macro e micronutrienti importanti per le difese immunitarie
L’integrità e la funzionalità delle difese immunitarie del nostro organismo dipendono in modo importante dalle condizioni nutrizionali dell’individuo.
Il nostro sistema di difesa agisce contro agenti esterni, sbalzi termici, organismi patogeni o similari, sia attraverso barriere e processi fisici, sia attraverso eventi biologici; nel primo caso la risposta avviene tramite strutture dell’organismo preesistenti oppure reazioni fisico-chimiche come, ad esempio un cambiamento di pH (acidità) nelle mucose sensibili, l’aumento della secrezione di muco nelle vie aeree, l’integrità degli strati epiteliali e molto altro. Nel secondo, invece, sono i sistemi cellulari complessi che mediano una risposta biologica, specifica o non specifica, a rispondere ad un microorganismo dannoso. La ricerca scientifica certifica di fatto la stretta dipendenza che esiste tra una alimentazione corretta, equilibrata e completa, e la funzionalità dei nostri sistemi di difesa.
Questi stessi sistemi di difesa dipendono, tra le altre cose, dal quantitativo di acqua introdotto con la dieta che deve supportare le necessità sia di base che specifiche nel momento di aumentato fabbisogno: l’acqua è essenziale per limitare gli aumenti eccessivi di temperatura, mantenere idratate le vie aeree, espellere tossine, garantire l’integrità delle superfici epiteliali nonché permettere lo svolgimento di tutte le reazioni biochimiche ed energetiche implicate nei processi
Un quantitativo di acqua giornaliero sufficiente raccomandato dall’ European Food Safety Authority (EFSA) è di 2 litri/die per le donne e 2,5litri/die per gli uomini, ovvero 1ml di acqua per ogni kcal assunta in media tramite la dieta.
E’ importante un giusto apporto di macronutrienti specifici come nel caso di grassi cosiddetti “buoni”, su tutti gli Omega 3, e proteine, ad esempio la Lattoferrina.
Un corretto apporto dei primi, come avevamo già avuto modo di sottolineare nel precedente articolo, tramite un giusto introito di pesce, meglio se pesce azzurro e di piccole dimensioni, o semi e frutti oleosi, contribuisce al normale svolgimento di tutti i processi antiinfiammatori fisiologici; piani alimentari con apporto di lipidi sproporzionato verso acidi grassi saturi o insaturi Omega 6, non soltanto concorrono ad aumentati rischi cardiovascolari e squilibri metabolici, ma anche ad una esposizione evidente dell’organismo a patologie infiammatorie, siano esse acute o croniche, con riflessi negativi per l’attività delle difese immunitarie. Considerare poi un buon apporto proteico nella dieta è di per sé la base per mantenere in buona salute il nostro sistema immunitario che, così come tutti gli altri sistemi fisiologici, necessita di proteine ed amminoacidi per la vita e l’attività delle proprie cellule fondamentali. In più esistono proteine specifiche, come la lattoferrina, con attività selettiva nei confronti di batteri ed altri organismi; questa proteina, particolarmente abbondante nel latte materno ed in quello vaccino, è parte integrante dei granulociti neutrofili, cellule del sistema immunitario, ed agisce sequestrando il nutriente Ferro, importante per la vita di molti microrganismi patogeni che, privati, si autoeliminano.
Un aspetto generale da tenere in grande considerazione è senza dubbio quello dell’eccesso di nutrizione; sebbene infatti sia necessario portare l’attenzione sull’assunzione delle giuste quantità di nutrienti, è altrettanto importante rimanere nei limiti di un’alimentazione controllata e bilanciata. L’eccesso di nutrienti, infatti, con relativo rischio di aumento di massa corporea, di eventuale tessuto adiposo, peggio ancora di grasso viscerale, e di riflesso aumento dei mediatori chimici dell’infiammazione, concorre a diminuire la prontezza del sistema immunitario, soprattutto per l’effetto negativo di questi ultimi.
Non è possibile parlare di nutrienti importanti per le nostre difese senza richiamare il ruolo fondamentale di tanti complessi vitaminici. Questi, infatti, non solo agiscono primariamente inibendo le reazioni a cascata che coinvolgono radicali liberi, come nel caso della vitamina C, ma anche secondariamente, garantendo e stimolando l’azione delle cellule sistema immunitario, la vitamina D.
L’ integrazione vitaminica sarebbe sempre consigliata nei casi di cattiva alimentazione o di aumentata necessità fisiologica, ma può essere di aiuto anche al di fuori di questi vista la sempre più bassa concentrazione di micronutrienti presenti negli alimenti presenti sulle nostre tavole. Un apporto di vitamina C a partire da 500mg/die potrebbe essere opportuno sempre, per arrivare fino a 2 o 3g/die in soggetti particolarmente attivi da un punto di vista fisico. Va rilevato come dosaggi tossici di questa vitamina si evidenziano in letteratura scientifica solo di rado oltre i 10g/die; gli eccessi di vitamina C sono infatti facilmente gestibili dall’organismo attraverso l’espulsione per via urinaria essendo questa vitamina idrosolubile. Parlando di vitamina D invece un dosaggio di base per sopperire le carenze alimentari e di scarsa esposizione ai raggi solari soprattutto nei mesi invernali, è di 500 UI/die (corrispondenti a 12.5microgrammi), arrivando fino a 2000 UI/die nei casi di maggior carenza. Per questa vitamina rileviamo come, al contrario della C, sia possibile beneficiare di cicli di integrazione anche sul lungo periodo data la struttura liposolubile della vitamina ed il suo lento rilascio. Un veloce riferimento meritano anche le vitamine del gruppo B, essenziali sempre e di importanza predominante nel recupero da sindromi influenzali o simil influenzali.
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