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Lo sapevi...
Oggi riportiamo un'interessante esperienza che ci permette di comprendere meglio il rapporto tra gusto, memoria ed esperienza vissuta.
"Quando avevamo 14 anni, alla fine di una giornata in un parco dei divertimenti, ci facemmo uno spuntino con il piatto tipico della Nuova Inghilterra, vongole fritte. Dopo un'ora uno di noi cominciò a provare nausea, vomitò e il ritorno a casa in autobus fu molto spiacevole. Probabilmente, le vongole erano guaste. Tristemente, negli anni che seguirono egli non riusciva neanche a immaginare di mangiare vongole fritte e provava repulsione solo a sentirne l'odore. L'avversione alle vongole fritte era molto specifica: non disturbava il piacere per altri cibi e non pregiudicava il piacere di andare al parco dei divertimenti, di salire sull'autobus o di vedere gli amici che erano stati con lui il giorno in cui si era sentito male.
Ma all'età di 30 anni egli fu di nuovo felicemente in grado di mangiare vongole fritte."
Nello stesso periodo John Garcia, che lavorava alla Medical School di Harvard, stava svolgendo una ricerca dove nutriva dei ratti con un liquido dolce e, in seguito, dava loro una droga che li faceva stare male per un breve periodo. Anche dopo un solo esperimento, i ratti che avevno ricevuto droga evitavano per sempre lo stimolo dolce. L'avversione dei ratti era specifica per lo stimolo sapore.
Una ricerca molto ampia ha mostrato che l'apprendimento dell'avversione all'aroma è il risultato di una particolare forma di memoria associativa.
E' particolarmente efficace per stimoli come il cibo (sia il sapore che l'odore contribuiscono), richiede un'esperienza straordinariamente breve (basta un solo esperimento di apprendimento) e puo' durare per molto tempo: più di 50 anni in alcune persone. E l'apprendimento si ha anche quando c'è un intervallo molto lungo tra il cibo e la nausea. Questa è ovviamente una forma utile di apprendimento nella vita allo stato selvaggio. Un animale non puo' permettersi di apprendere lentamente quando i nuovi cibi possono essere velenosi.
L'avversione per il cibo puo' essere un problema molto serio per i pazienti affetti da tumore sottoposti a chemioterapia, quando la nausea indotta dalla terapia rende molti cibi non gustosi.
D'altra parte l'apprendimento dell'avversione ai sapori è anche stato usato per evitare che i lupi delle praterie rubassero le pecore domestiche e per aiutare la gente a ridurre la loro dipendenza dall'alcol e dalle sigarette.
*da: "Neuroscienze. Esplorando il cervello".
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