Ortodossia: quando l'attenzione può diventare ossessione
Essere vigili ed attenti da un punto di vista alimentare è senza ombra di dubbio un aspetto da valorizzare ma attenzione che non diventi un'ossessione, altrimenti si cade nell' ortodossia, una patologia che può avere effetti contrari a quelli desiderati.
Ogni stagione ormai è sinonimo di dieta, di tendenza alimentare, di rimedio per una specifica condizione o necessità dell'organismo e l’estate davvero non fa eccezione, anzi. Sotto l’ombrellone gli inserti delle riviste settimanali o mensili che parlano di nutrizione, vanno per la maggiore. Gli appassionati di questo genere di letture non fanno altro che trovare spunti diversi ogni giorno.
La maggior parte dei lettori si accostano a questi articoli con interesse marginale, prendendo i consigli per quello che sono: riflessioni spesso bizzarre e talvolta prive di qualsiasi fondamento scientifico, utili ad intrattenere il pubblico.
In pochi casi questo genere di informazioni viene raccolta e valutata con una perizia maniacale e posta a confronto con studi e nozioni validate, inserita in un vero e proprio archivio, allo scopo di arricchire il complesso di informazioni a disposizione di soggetti che fanno dell'attenzione verso il cibo una vera patologia morbosa. In questo caso si parla di ortoressia.
Essere vigili ed attenti da un punto di vista alimentare è senza ombra di dubbio un aspetto da valorizzare. Troppo spesso, anche in ambienti sportivi dove si potrebbe pensare di trovare, in media, una buona conoscenza su temi alimentari e nutrizionali, la disinformazione e l’ignoranza imperano. Per nostra stessa natura, come produttori di integratori per sportivi di qualità elevata, ci sentiamo spesso in dovere di sensibilizzare su temi anche fondamentali per il perseguimento e mantenimento di stili di vita sani, sia da un punto di vista alimentare che di attività fisica. Al solito però non è infrequente imbattersi nell’eccesso che diventa patologico.
Ecco allora che il patologico in questione si definisce “ortoressico”, vero disturbo alimentare conclamato, cioè colui il quale dimostra una smodata attenzione verso regimi alimentari salutistici, alla ricerca di un continuo ed infinito aggiornamento, sperimentando e validando regimi differenti. Il cibo, in questo genere di personalità, cattura davvero tutte le attenzioni e gioca un ruolo da protagonista in ogni discussione, programma o pensiero della giornata; l'ortoressico è infatti in grado di programmare la propria alimentazione con due o tre giorni di anticipo, di riflettere anche svariate ore sul menu e sulla distribuzione degli alimenti in un dato periodo temporale, o di spendere molto temo e denaro alla ricerca della migliore qualità possibile.
Chi mantiene un certo buon rapporto con il cibo, salutare e senza alcun tipo di eccesso patologico, si chiederà come possa essere possibile che si arrivi a questo genere di ‘patologico salutismo’, pensando anche che possa trattarsi una deriva solo positiva. Di positivo invece c'è ben poco e certamente la predisposizione personale ad un certo genere di ossessioni e manie di controllo, seppur di piccola entità, è un punto di partenza fondamentale. Il rischio poi è maggiore per soggetti con personalità debole, ragazzi in via di sviluppo ad esempio, che spinti da modelli inarrivabili o da educatori privi di sensibilità, si trovano ad investire emotivamente nel proprio aspetto fisico, nella propria immagine e nella persecuzione della longevità.
L’ attenzione e l’ interesse nei confronti di una vita sana sono davvero troppo importanti per non farsene carico, ma d’altra parte questo carico non può rischiare di essere eccessivo, monopolizzando pensieri e programmi personali, eclissando la sfera sociale del soggetto che spesso e volentieri si ritrova a spendere anche ingenti somme di denaro alla ricerca del cibo più salutare.
Anche l’esclusione di intere categorie di alimenti senza una reale necessità fisiologica comprovata da esami clinici appropriati, è spesso associata a questo genere di problematica, rischiando di sfociare nella stesura di veri e propri elenchi di sostanze bandite.
Notiamo con piacere che da qualche anno a questa parte alcuni autori e divulgatori scientifici hanno iniziato a prendere davvero a cuore l’argomento, consci che un’eccessiva attenzione da parte di media e mezzi di divulgazione al tema del mangiar bene, ha nel tempo generato un sottoprodotto tossico. Ecco spiegato ad esempio, il consiglio sempre più in voga di mantenere un certo grado di bilanciamento nella propria alimentazione quotidiana, tra cibi salutari ed alimenti cosiddetti ‘confort food' che appaghino più il gusto e gli aspetti edonistici della nutrizione. Si badi che in questo caso non stiamo cercando di scagionare completamente sostanze che sappiamo bene essere tutto fuorché salutari per l'organismo, come un eccesso di zuccheri semplici, sale o acidi grassi saturi, quanto di riportare tutto l’argomento in un quadro di sano equilibrio nutrizionale ed emotivo.
Il paradosso poi, oltre al danno psicologico e sociale di condizioni di eccessivo controllo, è quello di creare terreno fertile proprio per quelle condizioni di malnutrizione che si cercano di evitare: il mancato o cattivo assorbimento di nutrienti importanti, in quantità, tempi e modi salutari, è infatti il rischio a cui si va incontro.
Chi inizia ad approcciarsi al mondo della nutrizione , ma anche chi studia l’argomento ormai da tempo, dovrebbe comprendere come il focalizzarsi eccessivamente sul calcolo calorico, sull’origine o la composizione di un dato pasto, può far perdere la visione d’insieme necessaria al benessere dell’individuo.